L’arte (di Fatica) di tradurre Tolkien

Andrea Sello

Gli incontri sullo scrittore inglese John Ronald Reuel Tolkien all’università sono diventati ormai una sorta di appuntamento fisso tra le iniziative della Terza Missione dell’Ateneo di Parma, che ha il pregio, come ricordato da Elisa Sicuri, vicepresidente della Associazione Italiana Studi Tolkieniani (AIST), di essere una fra le università d’Italia dove si parla dell’autore non semplicemente a livello di appassionati, ma anche da un punto di vista filologico. Basti un solo esempio: la giornata del 1° dicembre 2017 su “Tolkien linguista e glottopoieta”, di cui alcuni contributi sono confluiti in un bel volume, dal titolo “Creating Worlds through Languages. Tolkien between Philology and Conlanging”, appena uscito per i tipi della parmigiana Athenaeum.

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La seconda vita (sul web) dei preziosi manoscritti greci di Parma

Annagrazia Fiore

Nemo propheta in patria… Anche questo è un insegnamento della intensa, particolare Giornata di studio, dal titolo Πάρμα  λβ°  μγ° <ʹ / Parma 32° 43° 30’, che ha raccolto nel prestigioso  Salone ‘Maria Luigia’ della Biblioteca Palatina di Parma (Foto) nomi di prestigiosi codicologi, filologi, paleografi e papirologi a discutere del manipolo di manoscritti greci ivi conservati, un piccolo tesoro paradossalmente assai più noto fuori Parma.

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Piazza Fontana: Benedetta la memoria

Gabriele Balestrazzi

In Parmasofia, oltre a seguire le iniziative ufficiali del Dusic, cercherò ogni tanto di proseguire il percorso iniziato con gli studenti di Giornalismo laboratoriale, per mostrare esempi di Giornalismo applicato. E magari arricchito, come in questo caso, dall’approccio accademico alla Storia e al rigore delle fonti

Mi aveva colpito il suo approccio concreto e documentato, posto con lieve freschezza al pubblico, quando due anni fa avevo presentato un suo libro-viaggio nel mondo della scuola. Ma ieri sera Benedetta Tobagi mi ha letteralmente incantato, con la sua lezione a Palazzo del Governatore sulla strage di Piazza Fontana.

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Editing: la magìa di un testo che diviene…Gomorra

Andrea Gojic

La medietà in editoria non esiste: non esiste un libro che piace mediamente. Un libro che a noi non piace, può piacere straordinariamente ad altre persone. I libri sono sempre rivoluzionari per qualcuno ed è questo uno degli strani trucchi del mestiere, ci ha spiegato Edoardo Brugnatelli, editor da trent’anni nella casa editrice Mondadori. Quello che accade dietro le quinte di un testo pubblicato è, per usare le parole di Benedetta Centovalli, la parte nascosta dell’iceberg editoriale. È qui che avviene la magia che trasforma i testi ancora fluidi e mutevoli in vere e proprie opere letterarie, grazie ad un lavoro di collaborazione tra l’editor e l’autore.

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Ecopoetry: così romantici, così ambientalisti…

Lucia Caputo, Melania Grelloni

Difficile affermare che il genere ecopoetry si sia sviluppato solamente negli ultimi anni del secolo scorso in Inghilterra proprio perché, in quella stessa nazione, le problematiche ecologiche e la sensibilità letteraria ad esse collegate nacquero esattamente nel momento in cui la società ed il lavoro si trasformano in cultura industriale. Il cambiamento così drastico, sentito dalla popolazione e di conseguenza espresso nella letteratura, vede la nascita immediata di una sensibilità verso le varie tematiche ecologiche attraverso questo nuovo genere letterario definitosi tale solo a partire dal 1990.

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