Quel delitto in casa Verdi e un giornalista curioso

Gabriele Balestrazzi

Oggi lo chiamerebbero cold case. Capace di fare notizia a quasi un secolo di distanza, per la storia in sè ma soprattutto per dove avvenne… Ma andiamo con ordine.

Diciamo che in realtà parliamo anche di un “cold book”: il libro è infatti del 1981, e i giorni della reclusione forzata sono stati l’occasione per accostarsi a pagine che mi avevano sempre incuriosito, a iniziare dal titolo. Il legame col Dusic è nell’autore, che fino a poco tempo fa occupava assai più degnamente la cattedra di Giornalismo laboratoriale: Maurizio Chierici. Uno di quelli che hanno saputo davvero costruirsi una carriera giornalistica da “inviato speciale”, di nome e di fatto. Quei giornalisti che girano il mondo, e che ci raccontano con il fascino delle parole ciò che le immagini della tv e perfino la multimedialità del web a volte non riescono a rendere con la stessa suggestiva efficacia. Così Chierici ha descritto le tante travagliate vicende del Sudamerica e di altre parti del mondo, dove arrivava con la più prestigiosa delle casacche: quella del Corriere della sera.

Ma appunto a inizio anni Ottanta, l’inviato fece rotta molto più vicino a casa. Visitò e studiò la Bassa verdiana, e si immerse nei documenti di una storia poco limpida: la morte di una giovane cameriera, uccisa da un colpo di fucile che forse troppo in fretta era stato liquidato come disgrazia. Una fretta che al cronista Chierici non poteva non apparire sospetta, specie pensando che la tragedia aveva avuto per protagonista il nipote del Maestro Giuseppe Verdi.

Del libro e del “giallo” non vi diremo ovviamente nulla, per non guastare l’eventuale curiosità di una vostra lettura. Ma è non meno interessante, nel nostro Parmasofia, sottolineare alcuni aspetti di questo libro che possono dirci tanto. Li troviamo tutti nella prefazione, che già da sola vale il prezzo del libro.

Chierici spiega (ed è una bella lezione per i nostri studenti aspiranti giornalisti o scrittori) che aveva studiato quelle carte senza la devozione per Verdi resa quasi obbligatoria dall’essere nato nella sua stessa provincia. Una figura santificata: non solo come compositore ma anche come agricoltore, padrone, politico…

L’inviato speciale, quasi per habitus mentale, non deve dare nulla per scontato, deve andare e verificare… Chierici in questo si è sempre distinto ovunque, e non ha fatto sconti all’illustre conterraneo. Al punto che il sindaco di Busseto (comune natale di Verdi) arrivò a chiedere per il giornalista…la revoca della cittadinanza italiana. E le polemiche furono parecchie, anche a firma di illustri studiosi verdiani.

In questo stanno l’essenza del libro ed anche il messaggio che Chierici trasmette a chi vuole abbracciare il mestiere del giornalista o del saggista: appoggiarsi ai fatti e alla curiosità, senza tesi precostituite, pro o contro nessuno, ma sena timori nè ossequio. E poi, come conclude lo stesso Chierici nel suo testo introduttivo, “Con un copione così, chissà quali sinfonie avrebbero incantato il Maestro”.

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