Italo Calvino raccontato da Bernardo Valli: se il Giornalismo incontra la Letteratura



Dedicato soprattutto ai miei studenti e studentesse, immersi a metà guado fra Giornalismo e Letteratura. Ma rivolto anche a chi, qui in Parma, esce dalle vacanze con il proposito di non arrendersi alla divisiva e superficiale arena dei social e vuole invece accrescere la propria cultura per capire se e come si può vivere meglio… Giornalismo e Letteratura: qui entrambe con la maiuscola, perché

parliamo di due giganti. Di Italo Calvino si approssima il centenario (nacque il 15 ottobre 1923), mentre Bernardo Valli è da pochi mesi Dottore honoris causa della nostra Università, e resta un riferimento del giornalismo contemporaneo dopo averci raccontato mille angoli di mondo.

Ma non ha viaggiato solo nel pianeta, il più importante degli inviati speciali nel filo di una prestigiosa filiera parmigiana che prima di lui ebbe come interprete Egisto Corradi. Valli, a Parigi, ebbe l’occasione – e poi il merito – di coltivare un intenso rapporto con Calvino, uno dei più singolari fra i nostri scrittori del Novecento. Un rapporto fatto di curiosità, rispetto ed anche risate, al punto che sfogliando il breve ma prezioso libro (88 pagine, ed. Ventanas) capirete quanto sia giustificato quel titolo limitato al nome: Italo.

Fra i ricordi estratti oggi dalla memoria e la riproposizione di articoli pubblicati a suo tempo da Repubblica, Valli disegna un coinvolgente ed efficacissimo schizzo del Calvino parigino. Ma non è tutto: anche se da cronista onesto e preciso aggiunge di non avere i termini di paragone di altri studiosi che hanno seguito Calvino in un più lungo arco della sua vita e della sua opera, Valli compie un’operazione che esalta le potenzialità del giornalismo a volte capace anche di avvicinare alla Letteratura non meno profondamente della Critica ufficiale.

Mi limito ad anticipare un esempio, che sarà emozionante e piacevole leggere: Valli si trova ad essere uno dei lettori-cavia della bozza di Se una notte d’inverno un viaggiatore, ma con sole 24 ore di tempo per leggere ed esprimere il suo parere a Calvino. Il racconto dell’avida privilegiata lettura (“Ventiquattro ore fa sono uscito da casa Calvino con sotto braccio le bozze del romanzo….. Ho cominciato a sfogliarlo sul metrò…agitato, scomodo…”), la prosecuzione nei ritagli di tempo strappati alla giornata di lavoro, la sintetica ma straordinaria relazione che poi il lettore Valli fa all’autore Calvino (“Ho avuto l’impressione di vederlo tornare sulla terra”) ci fanno entrare – come raramente capita – dentro la magia di un libro e dell’ispirazione del suo autore.

Letteratura e Giornalismo con la maiuscola, appunto. Da non pe



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