Calvino e Il castello dei destini incrociati. E i Labirinti incrociati…

Molto, molto interessante la lezione di Virna Brigatti (Università di Milano) su Calvino scrittore e Calvino nel sistema Einaudi. Lezione su uno scrittore talmente noto da

“essere spesso frainteso”, dice in avvio la docente milanese ospite del corso della prof. Isotta Piazza.

Lo illustra subito una slide, che mostra la cronologia delle opere, dallo scrittore di guerra che ha vissuto l’esperienza partigiana (Il sentiero dei nidi di ragno, 1947) alla scrittura favolistica: un doppio binario fra realismo e appunto favola che lo avrebbe accompagnato fino alla morte (1985).

La svolta è soprattutto negli anni ’60 con Le Cosmicomiche, ma non solo. E il tema scelto per la lezione di oggi arriva a fine decennio: nel 1969, Il Castello dei destini incrociati nasce dalla proposta di un editore: Franco Maria Ricci, per la sua elegantissima rivista FMR. Ma attenzione: in realtà la proposta di Ricci non aveva al centro il testo calviniano, che era invece ancillare rispetto al tema della rivista, esplicitato anche nel titolo: Tarocchi. Sono le immagini dei tarocchi anche quelle che occupano le pagine di destra (quelle su cui per primo cade l’occhio del lettore), mentre il testo di Calvino scorre nelle pagine di sinistra insieme alle didascalie delle illustrazioni a fianco.

Ma quattro anni dopo, Calvino decide di dare vita autonoma letteraria al suo testo. E questa volta il titolo è proprio Il Castello dei destini incrociati : eppure anche in questo caso il titolo non dice esattamente del contenuto. Infatti, come l’indice mostra eloquentemente, il libro in realtà è diviso in due parti, sostanzialmente speculari: la seconda parte è quella alla quale Calvino aveva lavorato ancor prima della proposta di Ricci, e aveva per titolo La taverna dei destini incrociati. Questa volta sono i tarocchi ad essere elemento grafico, ma comunque essenziale, della pubblicazione.

L’analisi delle modifiche al testo (alcune significative, anche per capire più in generale l’opera di Calvino e la sua evoluzione), le scelte nei risvolti e nella quarta di copertina sono molto interessanti da analizzare, e significative per lo studio dello scrittore, così come ovviamente lo è la Nota dell’Autore che Calvino aggiunge (anche) in questo caso. E così come lo è il rapporto col progetto – non realizzato – di un Motel dei destini incrociati. Del resto, come ha poi aggiunto Piazza, “la poetica di Calvino è perennemente in fieri”.

Ecco dunque l’interesse del capire il rapporto fra questi due testi e queste due pubblicazioni (per mercati editoriali ben diversi); ecco l’interesse del capire il trattamento editoriale e appunto le indicazioni di copertina (ad esempio Brigatti giudica la quarta di copertina troppo “morbida”). E l’interesse, per fare un ultimo significativo esempio, del capire il senso del finale della “Taverna”, che non è in contrasto con ciò che Calvino scriverà in seguito. Perchè non è una resa ma ha un senso catartico.

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PS – Fin qui, e solo per sommi capi, alcuni degli spunti della ricca lezione di stamattina, Lo scopo di Parmasofia è quello di spingere chi ci legge (studenti in primis) ad approfondirli. E uno spunto, a mio avviso, si presterebbe anche a tirocini e tesi, sia per gli studenti di Lettere che per quelli di Giornalismo e Editoria. Brigatti, infatti, ha citato nella Nota d’Autore del 1973 anche la parola “labirinto”. Questo è uno spunto interessantissimo per chi studia a Parma: a 20′ dalla città, infatti, sorge un vero e proprio splendido Labirinto (della Masone, in comune di Fontanellato) nato proprio ad opera di Franco Maria Ricci. E se leggete le note del sito ufficiale del Labirinto, si parla molto (o solo) del rapporto fra Ricci e lo scrittore Jorge Luis Borges di fine anni ’70 come premessa culturale all’idea della costruzione del Labirinto. Scoprire oggi che la parola già nel ’73 compariva in un’opera che a Ricci lega Calvino può essere un interessantissimo spunto di lavoro, approfondendo i documenti lasciati da Ricci e studiando il suo rapporto con Calvino e appunto con Borges. In rete si possono trovare ulteriori spunti (un convegno a Barletta, una iniziativa a Fidenza) e davvero si potrebbe costruire su questo una tesi anche originale. Ci sarebbe già pronto anche il titolo: Il Labirinto dei destini incrociati…

Gabriele Balestrazzi

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